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Neuroftalmologia

La Neuroftalmologia è una disciplina clinico-scientifica che si occupa della fisiologia e della patologia delle strutture neurologiche legate al sistema visivo, in particolare delle vie ottiche e della corteccia striata (nervo ottico, chiasma ottico, tratto ottico, nucleo genicolato laterale, radiazioni ottiche, corteccia cerebrale occipitale).
Analizza gli aspetti patologici della motilità oculare, dei nervi cranici legati all’oculomozione e delle strutture neurologiche che coordinano i movimenti oculari e ne regolano l’integrazione nell’ambito di altri sistemi sensoriali.Il nostro Studio si occupa di:

• Patologie della retina neurosensoriale
• Patologie del nervo ottico
• Patologie delle vie ottiche e della corteccia visiva
• Papillopatie edematose
• Patologie del chiasma
• Patologie dei tratti ottici e del corpo genicolato
• Patologie delle radiazioni ottiche e della corteccia cerebrale occipitale
• Attività pupillare
• Accomodazione e sistemi che regolano i movimenti oculari
• Miopatie oculari
• Miastenia oculare
• Patologie orbitarie (inclusa l’orbitopatia tiroidea)
• Neuro-otticopatie vascolari
• Neuro-otticopatie infiammatorie
• Neuro-otticopatie tossiche
• Neuro-otticopatie degenerativo-atrofiche
• Neuro-otticopatie neoplastiche
• Neuro-otticopatie traumatiche
• Neuro-otticopatie congenite

La maggior parte dei quadri clinici neuroftalmologici rappresentano frequentemente la prima e spesso unica manifestazione di molte patologie sistemiche o neurologiche, per questo il loro riconoscimento e la loro gestione è di notevole importanza anche per l’inquadramento diagnostico e l’impostazione terapeutica della patologia di base.
Per offrire un servizio completo, la Neuroftalmologia collega competenze di ambito oftalmologico a competenze di ambito neurologico, neuroradiologico, neurochirurgico, endocrinologico e immunologico tramite incontri clinici interdisciplinari in particolare per le patologie della tiroide, del basicranio, eredodegenerative del sistema nervoso centrale, demielinizzanti del sistema nervoso centrale, immunologiche del sistema nervoso.

Quali sono le patologie a carico delle vie ottiche? 


Esistono diverse affezioni che possono determinare patologie a carico delle vie ottiche: il diabete, il glaucoma, la sclerosi multipla, le patologie vascolari cerebrali (TIA, ictus, infarti cerebrali), le patologie neoplastiche cerebrali o ipofisarie, le patologie infettive o tossiche.

Quali sono i sintomi di una patologia neuroftalmologica?

I sintomi sono molteplici e variano a seconda della patologia.

Alcuni sintomi che devono far sospettare una patologia neuroftalmologica sono: alterazioni del campo visivo, riduzione dell’acuità visiva, alterata percezione dei colori, diplopia, difficoltà nell’accomodazione, paralisi di sguardo, agnosie, ecc.

Anamnesi in Neuroftalmologia

L’anamnesi è fondamentale per la diagnosi  neuroftalmologica perchè spesso dal sintomo principale si arriva alla diagnosi differenziale prima  dell’esame obiettivo e della localizza­zione topografica della lesione.
L’anamnesi familiare e l’anamnesi patologica generale sono determinanti.

Sintomi in Neuroftalmologia

Principali sintomi neuroftalmologici:

• deficit della funzione visiva (monolaterale o bilaterale),
• diplopia

• cefalea
• ptosi
• esoftalmo

• dolore

Fondamentale nell’anamnesi è la  presentazione dei sintomi:

• esordio acuto o graduale
• decorso caratterizzato da progressione, stabilità o miglio­ramento.

È indispensabile valutare l’associazione con sintomi sistemici o neurologici e la risposta a terapie farmacologiche precedentemente instaurate.
Un deficit visivo monolaterale è generalmente secondario ad una  patologia  anteriore al chiasma.

Quando è bilaterale la patologia colpisce:

• entrambi i nervi ottici,
• il chiasma ottico,
• le vie ottiche retrochiasmatiche.

In molti casi di emianopsia omonima (il paziente non vede con il lato destro o con il sinistro dell’occhio destro e di quello sinistro) il deficit visivo viene descritto come monoculare a carico dell’occhio omolaterale al difetto presente nell’emicampo temporale.

Durata dei disturbi visivi

La durata dei sintomi è utile per restringere il campo diagnostico.

I disturbi della visione possono essere:

• transitori o permanenti,
• semplici o complessi

oppure caratterizzati da fenomeni positivi (es. scotomi scintillanti) o negativi (es. difetto del campo visivo).

Ripetuti offuscamenti visivi transitori di alcuni secondi (max 30 sec.), suggeriscono un papilledema.
Una cecità completa monolaterale che dura da qualche minuto a qualche ora è tipica dell’amaurosi fugace.
Un difetto visivo per giorni o settimane, eventualmente accompagnato da dolore, suggerisce una neurite ottica.
Un difetto permanente può essere dovuto ad una patologia ischemica o compressiva.

Modalità di esordio dei disturbi visivi

Se i sintomi durano giorni o sono permanenti è importante indagare la loro modalità d’esordio:

• esordio acuto (ore o giorni), suggerisce un processo acuto, infiammatorio o ischemico.
• esordio graduale (mesi), nelle forme compressive o tossiche.

Tuttavia, anche nelle forme di origine compressiva il disturbo può comparire acutamente o per la rapida espansione di una massa neo­plastica (es. apoplessia ipofisaria) o quando il deficit visivo, gradualmente progressivo, viene riconosciuto come improvviso perchè prima non era stato notato forse perché talvolta la percezione di un difetto progressivo avviene solo quando anche il secondo occhio viene coinvolto.
Un deficit della funzione visiva può essere asso­ciato ad altri sintomi quali dolore, diplopia o segni di interessamento orbitario (es. esoftalmo).

Dolore

Se presente, il dolore viene localizzato dietro al bulbo oculare.
Nelle lesioni delle strutture orbitarie, incluso il nervo ottico, il dolore è esacerbato dai movimenti oculari.
Se il dolore è slegato dai movimenti dell’occhio la sua origine è facilmente trigeminale o meningea (processi a sede intracranica).

Diplopia

La diplopia binoculare è un sintomo neurologico dei disturbi della motilità oculare (scompare  quando un occhio viene occluso).
La diplopia mono­culare non è di interesse neuroftalmologico perchè è dovuta a disturbi refrattivi, opacità dei mezzi diottrici e in raramente ad alterazioni maculari.
Stabilire se l’esordio è stato acuto o progressivo per distinguere le forme vascolari o infiammatorie da quelle compressive o degenerative; se il decorso è stabile o se si ha un miglioramento spontaneo, o ancora se il sintomo è fluttuante durante la giornata (come si verifica ad esempio nella miastenia oculare).

La diplopia può essere:

• orizzontale, e può aumentare da vicino o da lontano (come nelle paralisi del retto esterno o del VI n.c.),
• verticale
• obliqua (come nelle paralisi del IV n.c).

Il deficit della motilità oculare può essere:

• completo o parziale (più frequentemente forme compressive)
• isolato (forme ischemiche) o associato ad altri disturbi della motilità oculare o ad altri sintomi e segni (es. dolore o segni orbitari)  per patologia intraorbitaria o intracranica.

L’associazione con altri disturbi neurologici è un elemento fondamentale per localizzare il processo patologico; esempi:

• una neurite ottica associata a sintomi quali parestesie, disturbi motori o incontinenza urinaria suggerisce la diagnosi di sclerosi multipla.
• un’amaurosi fugace associata ad episodi di emiplegia controlaterale indica una  patologia della carotide interna omolaterale.
• in un paziente anziano con deficit  visivo, monolaterale o bilaterale, associato a claudicatio mandibolare, polimialgia o cefalea la diagnosi più probabile è di arterite a cellule giganti.
• disturbi della motilità oculare associati a deficit di altri distretti muscolari depongono per una miastenia grave.